Il primo appuntamento e le leggi dell'attrazione
Gran parte delle relazioni sentimentali iniziano con un “primo appuntamento”.
È una situazione che può creare una certa ansia, capire gli aspetti psicologici che entrano in gioco in queste situazioni può aiutarci a gestire quest’ansia migliorando l’esito dell’incontro.
I consigli in questo campo della psicologia potrebbero sembrare banali, ma sono aspetti delle relazioni che sono stati studiati approfonditamente e i risultati di questi studi possono insegnarci molto.
Il primo appuntamento, che sia stato definito in modo “tradizionale” o online, è spesso una sorta di setacciatura iniziale, un primo approccio per capire se la persona che incontriamo può essere una persona che vale la pena conoscere e approfondire o se invece è meglio che la cosa si chiuda lì.
Naturalmente non esiste una formula sicura per far funzionare un primo appuntamento, ma l’elemento più importante nell’approcciarsi a questo evento è l’apertura mentale. L’attrazione fisica si instaura sin dai primi minuti, ma alcune ricerche ci indicano che il 20% dei coniugi non si piaceva fin dal principio, anzi hanno cominciato a ingranare solo negli incontri seguenti.
Come fare quindi per capire se la persona che abbiamo davanti “fa per noi”?
Se siamo interessati ad un rapporto occasionale, l’attrazione fisica è l’indicatore principale del funzionamento o meno dell’incontro, ma se cerchiamo un rapporto serio e potenzialmente di lunga durata, la situazione si complica.
Una buona strategia generale in questo caso è quella di rivelare con gradualità le proprie aspirazioni e preferenze, osservando la reazione e il comportamento dell’altra persona così da valutare le potenzialità dell’accoppiamento. Tuttavia bisogna anche tenere in considerazione le diverse sensibilità, le diverse modalità comunicative, che possono rendere faticosi i primi scambi portando magari a conclusioni affrettate. Per esempio se una persona risponde ad un messaggio con un po' di ritardo non vuol dire necessariamente che non sia interessata a noi. La regola della “mente aperta” è sempre quella principale da tenere presente.
Gli opposti si attraggono?
No. Le ricerche scientifiche ci dicono che le persone tendono a formare rapporti con persone che gli somigliano, che occupano una posizione sociale simile e hanno un’intelligenza di pari livello. Questi individui sono infatti più raggiungibili rispetto a chi “gioca in un campionato diverso” (Hatfield et al).
Il linguaggio dell’attrazione fisica
Ci sono alcuni segnali del corpo, più o meno consapevoli, che indicano l’attrazione reciproca, vediamo i principali:
- inclinare leggermente la testa
- sorridere per dare vibrazioni positive
- guardare il “triangolo” dell’amore: occhi-labbra-occhi
- lisciarsi i capelli, giocare con la collana, arrossire
- piegarsi e spingersi verso l’altro
- cambiare l’altezza della voce (donne)
- ridere, interrompere e variare il volume vocale (uomini)
Chi ha diffcoltà ad attirare un partner a lungo termine, o pensa di agganciare sempre le persone sbagliate, potrebbe giovare della consulenza di uno specialista. Questi gli insegnerà a comunicare con maggiore facilità, lo aiuterà ad affinare le abilità di corteggiamento, il linguaggio del corpo, il modo di presentarsi e la gradualità nell’aprirsi.
Un altro aspetto interessante da valutare sono eventuali barriere psicologiche o meccanismi di auto-sabotaggio che talvolta mettiamo in atto per svariati motivi.
Questi sono alcuni degli strumenti che uno specialista può fornire a tutti quelli che sentono di avere difficoltà nelle relazioni sentimentali e nell’individuare il giusto partner per sè.
BIBLIOGRAFIA
Hatfield, E., Cacioppo, J., & Rapson, R. (1993). Emotional Contagion. Cambridge: Cambridge University Press.
Hemmings, J. (2018). Come funziona la psicologia. London, UK. Dorling Kindersley Limited.