"Non riconosco più mio figlio"
È una frase tipica delle famiglie con figli adolescenti. L’adolescenza infatti, in quanto fase di transizione, è una fase critica che coinvolge tutti i membri del sistema familiare e presuppone una ristrutturazione del modo di relazionarsi, dei compiti e dei diritti di ciascun componente.
Proviamo a capire perché l’adolescenza in particolare è un periodo così complesso.
Il corpo
Il corpo bambino si trasforma più o meno gradualmente in un corpo sessuato per il quale l'adolescente prova sentimenti ambivalenti. Da un lato è un corpo da esibire e proporre ai coetanei e alla società, dall'altro è un corpo difficile da accettare e da farsi piacere del tutto, la percezione di possedere dei difetti e addirittura delle stranezze fisiche sono all'ordine del giorno. Talvolta è un corpo che per poter essere accettato va sperimentato. Nella società attuale gli adolescenti hanno a disposizione vestiti, tagli di capelli, tatuaggi, piercing e tanto altro allo scopo di trovare una loro identità, sia individuale che corporea. Dopotutto il fisico è la prima cosa che mette in contatto con il mondo esterno.
Questo provoca in loro degli stati emotivi che possono spaziare dall'euforia alla tristezza più profonda, di paripasso con la percezione di sé e del proprio corpo di quel momento.
Il confronto
Un tema tipico dell’adolescenza è il confronto. In questa fase infatti si entra in contatto con modelli familiari, educativi, relazionali, valoriali diversi da quelli della famiglia di origine e questo scatena il confronto immediato con tutti gli insegnamenti che i genitori hanno cercato di trasmettere: “Il mio amico Luca fuma e i genitori lo sanno e non gli rompono le scatole”; “la mia amica Laura può tornare a casa alle 2”; “Giovanni e Michela possono dormire insieme a casa dei loro genitori”; “Sveva si è fatta il piercing”; "Paola si può vestire così" e così via..
Gli adolescenti sono maestri assoluti nel farci sentire inadeguati, sbagliati, cattivi, retrogradi e i peggiori genitori sulla faccia della terra.
Riprendendo il tema del corpo, anche questo viene messo a confronto con i modelli della società (social network, tv) e con il sistema di relazioni sociali (amici, compagni, altri familiari…). E in una fase di transizione così delicata, questo confronto può essere fonte di ulteriori dubbi e insicurezze.
Il gruppo di amici
Tutti sappiamo che l’adolescenza è la fase “in cui ci si svincola dalla famiglia”, tuttavia questo bisogno di separazione è tanto forte quanto il bisogno di appartenere.
È in questa lotta tra due bisogni apparentemente contrastanti che vengono a generarsi delle vere e proprie crisi d’identità che spesso mettono in profonda difficoltà il contesto familiare e sociale. Non ci si può separare se prima non si è appartenuti a qualcosa, ed appartenere significa sentirsi parte di quelle esperienze e di quel sapere che formano la cultura familiare che accompagna l’adolescente nel suo processo di crescita durante questa fase fino al momento dello svincolo. In questo senso quindi, il gruppo dei pari diventa la “nuova famiglia” dell’adolescente. Siano essi amici, compagni di squadra, compagni di scuola, compagni di altre attività.
Come sopravvivere
Il buon esito di questa transizione dipende molto dall’evoluzione delle fasi precedenti. Se la coppia genitoriale è riuscita a costruire un fronte comune nell’esercizio delle funzioni genitoriali sia a livello educativo che affettivo (anche in caso di coppia separata e divorziata!), ed è riuscita a farlo senza perdere la coesione anche della coppia coniugale, l’adolescenza dei figli sarà una burrasca passeggera.
Il più importante e cruciale compito della famiglia è creare un equilibrio tra il promuovere e favorire il cambiamento e lo svincolo dell’adolescente rimanendo, nello stesso tempo, una base sicura e accogliente per il figlio nei momenti di fatica e criticità.
I confini
Altra cosa fondamentale per questa fase evolutiva, come anche per tutte le altre, è la presenza di confini chiari e flessibili tra i vari sottosistemi familiari (coppia genitoriale, figli, nonni ecc), dove per confini intendiamo la capacità di una famiglia di avere dei ruoli chiari al proprio interno, che non siano rigidi ma ben definiti.
Se la famiglia ha strutturato al suo interno questo tipo di confini, le trasformazioni, di solito, saranno affrontate senza particolari difficoltà e l’adolescente potrà assumere il proprio posto all’interno del contesto familiare. In presenza di confini poco chiari e di ruoli confusi tra genitori e figli, o tra coppia coniugale e coppia genitoriale, invece, potranno sorgere delle difficoltà e l’adolescente potrebbe trovarsi dinanzi a situazioni complesse da affrontare.
Se, ad esempio, un adolescente si è dovuto prendere cura di due genitori immaturi emotivamente che non hanno saputo essere un punto di riferimento per i figli, come può sentirsi sicuro di allontanarsi e fare le prime esperienze con il timore che i genitori non ce la faranno senza di lui?
Oppure, se un figlio si è trovato all’interno di una famiglia in cui le regole sono sempre state poche e confuse, contro cosa potrà ribellarsi? Quali saranno le regole che avrà potuto interiorizzare per costruire il proprio bagaglio utile alla crescita?
Ed ancora potremmo trovarci dinanzi anche a famiglie in cui i confini sono molto rigidi, in cui lo stile educativo è spesso autoritario e poco accogliente ed in cui non è presente una condivisione ed una partecipazione emotiva tra i diversi membri della famiglia. In questo caso l’adolescente potrebbe trovarsi senza alcun sostegno nel momento del bisogno, sviluppando una bassa autostima ed una forte insicurezza, sperimentando abbandono e solitudine per il semplice fatto di star crescendo e star diventando una persona diversa rispetto a quella che era stata finora.
Ricordiamo sempre che solo se l’adolescente avrà avuto rapporti stretti, fiduciosi e reciproci con i membri della famiglia e se avrà interiorizzato tali rapporti, sarà in grado di portare con sé i legami familiari senza rifiutarli e allo stesso tempo sarà in grado anche di aprirsi a vincoli extrafamiliari per poter far le sue esperienze e poter crescere.
I genitori
Per i genitori di figli adolescenti, questa fase si trova spesso nell’età di mezzo da un punto di vista anagrafico e quindi anch’essi si trovano a dover affrontare ed elaborare dei particolari cambiamenti sia fisici che psicologi, proprio come accade per i figli.
Spesso, infatti, essi si trovano dinanzi a delle modificazioni corporee, primi dolori fisici, perdita della possibilità di generare biologicamente, e perdita relativa alla morte di uno o più genitori divenuti oramai anziani. Si può parlare di un vero e proprio parallelismo evolutivo tra la crescita dell’adolescente e quella del sistema genitoriale: due evoluzioni che si influenzano vicendevolmente.
BIBLIOGRAFIA
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https://www.cittanuova.it/mio-figlio-14-anni-non-lo-riconosco-piu/?ms=006&se=012